Brand e responsabilità sociale: nuovi modi di comunicare

Come cambiano le campagne pubblicitarie e i canali social durante la pandemia

“Separated for a moment so that we can always be together”

“Staying apart is the best way to stay united”

“Guardiamo al futuro, sosteniamo il presente”

Questi slogan, ideati rispettivamente da McDonald’s, Coca-Cola e Ferrarelle, sono alcuni dei messaggi più rappresentativi dell’impegno dei brand a veicolare messaggi che ricordino l’importanza del restare a casa e del distanziamento sociale.

Un compromesso questo che, viene richiesto oggi ma, ci ripagherà in futuro. Considerato il cambiamento obbligato delle abitudini di tutti, sarebbe stato impensabile infatti che brand e aziende conservassero le stesse modalità di comunicazione, per quanto iconiche fossero.

La brand reputation diventa un punto cardine più di prima

Focus sulle iniziative solidali, da parte delle aziende interessate ad essere presenti e riconoscibili quanto apprezzabili agli occhi degli utenti, forti del fatto che prima o poi torneremo ad una sorta di normalità e le persone si ricorderanno maggiormente di chi ha mostrato empatia e impegno sociale.

A sostegno di una comunicazione chiara ed onesta diviene importante anche mostrare in maniera oggettiva, senza drammatizzare, come l’emergenza sanitaria ha impattato sul proprio business. Mostrando così quali servizi sono ancora disponibili e fruibili, quali hanno cambiato “forma”, rivolgendosi ai consumatori quanto ai dipendenti, fornitori e potenziali stakeholders.

In questo momento emerge la necessità di “superare” la comunicazione di prodotto per passare a quella valoriale

Sono molte, infatti, le aziende che hanno lanciato e contribuito a crowdfunding, istituito vere e proprie campagne d’informazione online e offline. Hanno mostrato i propri valori con azioni concrete, mutato la gestione e l’impatto che i vari social network hanno sulla propria communication strategy.

Un’altra proposta utile è rafforzare la community che ruota intorno al brand creando un dialogo con gli utenti. C’è un incoraggiamento ai feedback, contenuti e attività per sfruttare al meglio il tempo trascorso a casa, potenziando quindi alcuni touchpoint della relazione con gli utenti.

Erroneamente, a partire dallo scorso marzo 2020, c’è stato un netto calo degli investimenti in pubblicità da parte dei brand. Le prime settimane di lockdown non sono certo state percepite come una possibilità di generare introiti. Salvo poi accorgersi che il tempo che trascorriamo attualmente davanti allo schermo per lo smartworking, o semplicemente sui social, fosse una parte cruciale della nostra nuova quotidianità.

I brand medio-piccoli hanno saputo utilizzare meglio i social network

Sono stati questi, infatti, a creare i contenuti più interessanti e innovativi, a partire dallo shooting home made via FaceTime di Bella Hadid, iniziativa vincente di Jacquemus. Questa operazione ha dato il via ad un modo di comunicare fresco, personale ed onesto. Nel settore del luxury differente ma ugualmente centrata l’iniziativa di Prada, che si è dimostrata promotrice della cultura e dell’arte con “Possible Conversations” tra grandi personaggi del cinema quanto della moda.

Un’altra campagna ben realizzata riguarda Nike, che con un copy semplice ma d’effetto come “Gioca dentro, gioca per il mondo” incoraggia i propri followers a comportarsi come un team e a coltivare la creatività anche tra le mura domestiche. C’è la possibilità di essere selezionati e ricondivisi sui social direttamente da alcuni artisti partner nell’iniziativa.

Si lavora quindi secondo l’assunto che il consumatore continuerà a sostenere e a seguire l’azienda se questa si è dimostrata eticamente corretta e capace di rimanere produttiva, soprattutto in un periodo di forte crisi e proprio per questo cruciale.



Pubblicato il: 15 Gennaio 2021 alle 5:02 pm